Emozioni in alta quota, ma per tutti!
Domani il tempo promette bene, niente piogge neanche il pomeriggio (in montagna è facile qualche acquazzone)…quindi non mi resta che preparare per bene la mia escursione da rifugio a rifugio sulle Dolomiti!
Che emozione, la sera quando ormai è buio e si freme al pensiero del mattino, quando si partirà per la grande salita (almeno per me lo è) :-)
Scarponcini pronti, ma non basta! Nello zaino non posso dimenticare di mettere una mappa del mio percorso, una borraccia d’acqua e l’immancabile tavoletta di cioccolata per ricaricare le batterie. Un cambio una volta arrivati in vetta, bandana, occhiali e crema per il sole e via. Chiudo gli occhi e già mi immagino tra i prati della Val d’Ambiez.
La sveglia suona, sono le 6.00 del mattino e non vedevo l’ora di alzarmi. L’aria fuori è ancora fresca e limpida e dopo una colazione “rinforzata” mi metto in marcia per risalire la val Ambiez seguendo il sentiero nr. 325 della SAT. L’erba ancora piena di rugiada bagna gli scarponcini, ma so che più tardi il sole caldo in alta quota mi riscalderà. La salita è subito “tosta” ma è il bello della montagna, mettersi in gioco, seguendo il proprio ritmo e i propri limiti. E’ un bel po’ che cammino nella parte bassa della valle, ancora chiusa e stretta, sono arrivata al “Pont de Broca” Ponte di Brocca: sosta! Davanti a me pareti strapiombanti mi fanno già assaporare lo spettacolo che si spalancherà fra qualche chilometro: le Dolomiti di Brenta, Patrimonio Mondiale Unesco mi aspettano.
Qui la strada si fa stretta e mi sposto perché passa una Jeep. Le famiglie con bambini possono salire la valle con un “avventuroso” servizio Jeep che da San Lorenzo porta fino al primo rifugio: il Rifugio Cacciatore, togliendo gran parte di dislivello, sono circa 30 minuti di fuoristrada ma a piedi ci vogliono almeno 2 ore, al mio passo! Poco dopo il ponte giro a sinistra perché voglio passare da Malga Senaso di Sotto, lì mi hanno detto che si possono acquistare dei formaggi di malga deliziosi. Dopo un tratto nel bosco ecco sbucare il pascolo di Malga Senaso. La valle finalmente si apre…e che spettacolo davanti a me sua maestà le Dolomiti, in tutta la sua bellezza imponente e maestosa. Il contrasto tra i prati verdi e le rocce dolomitiche è straordinario. La vegetazione si fa sempre più rara, fino a scomparire sulle vette più alte…ma io mi accontenterò di ammirarle da più in basso, il mio obiettivo di oggi sono due rifugi: Cacciatore e Agostini.
Il pastore in malga è già al lavoro da ore, adesso è al pascolo e si è già occupato della prima mungitura. La vita in montagna è dura, e il sapore deciso e corposo del formaggio che mi fanno assaggiare mi fa capire quanta passione e dedizione ci vuole per rimanere quassù. Saluto, con la promessa di ripassare per acquistare qualche prelibatezza durante la discesa, la strada è ancora lunga e…in salita! Cammino tra i larici verdi scintillanti e finalmente eccomi sulla strada che mi porta dopo circa mezz’ora dalla Malga al Rifugio Cacciatore a 1.821 m! Ad accogliermi Mirko e Ierta che gestiscono il rifugio durante l’estate. Dalla cucina esce un profumo inconfondibile, è la polenta tipico piatto del trentino che si accompagna con carni, funghi e formaggi fusi…mmm che gola! La giornata però è ancora lunga e decido di proseguire, promettendo che passerò nel pomeriggio per una bella fetta di strudel di mele. Lungo il sentiero che mi porterà al Rifugio Agostini mi trovo tra lastroni di roccia, scolpiti dalle intemperie e dalla piogga…Ierta mi aveva avvisato: “Stai attenta che non troppo lontano dal rifugio c’è un magnifico Giardino dei Fossili. Aveva proprio ragione, guardando bene mi diverto a trovare qua e là i megalodonti, i tipici fossili risalenti a circa 195 milioni di anni fa.
L’aria si fa sempre più fresca, intorno a me piante di mughi e di sempre ad accompagnarmi le Dolomiti. Il fiato si fa più corto, ecco che mi viene in soccorso la mia barretta di cioccolata. Dopo circa un’ora e mezza eccomi finalmente arrivata al Rifugio Agostini a 2.410 m! Che contentezza, davanti a me il classico rifugio con il tetto blu e le finestre rosse!!! Metto il mio “orsetto” che mi riscalda un po’ e mi godo il panorama da quassù! Che silenzio, che pace, chiudo gli occhi per un attimo e mi rilasso! Ad un tratto sento una voce maschile che mi dice: “Tutta sola? In montagna non si va mai da soli!” E’ Ignazio il gestore del rifugio. Ha ragione mai sottovalutare la montagna. Mi invita ad entrare e ora mi concedo un bel pranzetto. Il figlio Roberto che lavora al rifugio con il padre da anni mi fa accomodare su un bel tavolo di legno. In attesa di un bel minestrone caldo e la mia adorata polenta e spezzatino mi guardo attorno. Foto di rocce, climber mi circondano e mi sento anch’io un po’ un’avventuriera!
Dopo essermi rifocillata Roberto mi consiglia un sentiero alternativo per discendere a valle in modo da fare un anello e non ripercorrere lo stesso percorso.
Lo saluto al cospetto di un grosso masso. Roberto mi spiega che è stata una fortuna che non sia andato addosso al Rifugio, rimasto miracolosamente intatto da una frana caduta del 1957. Lo saluto e mi avvio verso valle, sosta da Ierta che mi aspetta con il suo fidato cane e la mia fetta di strudel, che bontà. Saluto anche lei, purtroppo è ora di scendere da questo paradiso, che sicuramente ritornerò a trovare, magari salendo questa volta con la jeep per poi poter esplorare l’alta valle con più calma.
E’ veramente ora di andare…caspita mi aspetta anche la sosta di rientro a Malga Senaso di Sotto! A presto Val Ambiez!
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